Glee – Recensione 6×10/6×11 – The Rise and Fall of Sue Sylvester/We Built This Glee Club

The Rise and Fall of Sue Sylvester

Dopo un meraviglioso episodio come Child Star non mi sarei mai aspettata uno scivolone come questa 6×10. Vi confesso che mi trovo parecchio in difficoltà a recensirlo perché sto provando sentimenti piuttosto contrastanti a riguardo, ma che tutti, bene o male, possono essere riassunti in un A MASSIVE NO gigante con scritta luminosa al neon.
Dico NO al fortissimo accanimento contro Sue Sylvester, contro la quale si sono scagliati quasi tutti, persino chi non ci saremmo mai aspettati.
Ma procediamo ordinatamente in questo discorso che, da come potente ben intuire, si presenterà a chiare lettere come un’arringa in difesa di Sue Sylvester.
Partiamo proprio dal discorso di Mr Shue durante l’intervista. Un discorso così dal suo più acerrimo nemico è ciò che più mi ha scioccata – in positivo ovviamente – mi ha fatto applaudire per minuti interi. Will centra l’obiettivo e nella sua testimonianza si dimostra onesto e corretto, regalandoci una descrizione di Sue così calzante e coerente che non ha bisogno di nessun tipo di obiezione o di disquisizione aggiuntiva.
Sue è quel personaggio che o lo si ama o lo si odia. È megalomane, ha atteggiamenti che fanno accapponare pure le interiora, fiera, orgogliosa di sé, determinata a tal punto che se si pone un traguardo è disposta a vendere l’anima al Diavolo pur di raggiungerlo. È una combattente perché la vita le ha posto davanti situazioni in cui la possibilità di sopravvivere era possibile solo lottando tenacemente con le unghie e con i denti – e sì, mi riferisco proprio a sua sorella Jean. Possiamo dire tutto di Sue Sylvester, ma non che non ci sia mai stata per chi aveva davvero bisogno del suo aiuto, rivelandosi molto spesso il deus ex machina nei momenti catartici, prontissima a sbrogliare situazioni difficili con le suoi bizzarri piani.
Sue Sylvester è l’anti eroina per eccellenza, quel personaggio sopra le righe che mette costantemente i bastoni tra le ruote ai nostri eroi, ma per la quale non puoi non provare genuina simpatia e tifare per lei.

Quello che mi ha fatto indignare moltissimo e battere i pugni sulla scrivania ogni 3×2 è stato proprio scoprire chi capeggiava la crociata contro la nostra Coach: Becky Jackson.
Tu quoque, Becky? Mi sarei aspettata una simile presa di posizione da parte di Mr Shue, ma MAI da quella che è stata il suo fedelissimo braccio destro. Sue l’ha sempre protetta, sostenuta, incoraggiata; BEcky deve molto a Sue per essere arrivata dove è ora. Questo voltafaccia mi ha fatto male.

Ma ciò che è stato di vera e pura cattiveria è senza dubbio il discorso della madre.
Una donna che colpevolizza sua figlia, ammettendo allo stesso tempo di non averla mai amata, di averla abbandonata assieme a una sorella che aveva bisogno estremo di cure e attenzioni è stato l’apice della cattiveria. Tutti noi ci ricordiamo quanto Sue abbia amato sua sorella, di quanto sia stata importante nella sua vita tanto da prendere quel posto che spetta di diritto a un genitore. Se questo particolare vi è sfuggito cari RIB, vi consiglio un bel rewatch degli episodi 1×09, 2×08 e 2×21.
Nonostante la sua reputazione sia andata distrutta come Hogwarts dopo la battaglia finale, Sue trova il modo di rialzarsi, di risorgere dalle proprie ceneri e di tornare in battaglia più belligerante che mai, come coach dei Vocal Adrenaline accompagnando il suo ritorno con un rinnovato giuramento di vendetta nei confronti di Will e delle New Directions che non guasta mai.

abE a proposito di distruzioni, ci giunge in apertura la notizia che alla stessa Dalton Academy è accaduta la stessa triste sorte della Scuola di Magia e Stregoneria più famosa al mondo.
Niente più sala comune con tanto di martelletto, niente più giacca blu col bordino rosso e la cravatta a righe che non vedranno mai i loro colori invertiti, niente più tomba del piccolo Pavarotti, niente più divani di finta pelle dove Blaine saltellava come in preda a una crisi epilettica durante i suoi assoli, niente più dormitorio, ma soprattutto SOPRATTUTTO.
Niente più scale.
Non vedremo più le famose scale della Dalton Academy, testimoni del primo incontro Klaine e della proposal. La pietra miliare degli shipper Klainer. Questa Ryanno&Co. non ve la perdonerò MAI. Aggiungetela alla lista delle cose di cui vi dovrete vergognare con gli alieni.

tumblr_nkuwyhbAmp1u6bwvvo2_250Con un altro NO bollo il comportamento di Rachel e mi schiero senza esitazioni dalla parte di Sam. Il nostro Trouty Mouth ha ragionissima. Rachel, accentando il ruolo nel musical e rifiutando la seconda occasione datale dalla Tibideaux, ha dimostrato di non aver imparato niente dai propri errori. Non dico che Rachel non meriti il successo e la piena realizzazione di tutti i suoi sogni, ma così facendo ha dimostrato che la batosta presa in passato non le è servita da lezione, ma torna piuttosto a fare le stesse scelte che già una volta si sono dimostrate pessime. Di nuovo è pronta a rinunciare alla seconda possibilità di rientrare alla NYADA, agli studi e al bene che potrebbero fruttarle un domani per un’occasione che forse non la porterà ad avviare una carriera duratura.

MENZIONI D’ONORE
The Final Coundown miglior performance. Se Mason con I Want to Break Free non mi aveva dato la soddisfazione di esibirsi con parruccone e aspirapolvere, a darmi le gioie vere ci pensano Will e Sue che immaginano di spaccare chitarre indossando pantaloni di pelle e parrucconi cotonati. FA-VO-LO-SI.

Rise miglior canzone. Nonostante la performance non sia stata affatto all’altezza, la canzone è da 30 e lode con bacio accademico. Complimenti a Darren Criss e al suo genio creativo di vero artista a 360 gradi.

We Built This Glee Club

Non sono pronta a dire addio a Glee. L’ho realizzato non appena ho premuto PLAY a questo penultimo episodio per arrivare poi alla fine dei 40 minuti con un magone pazzesco in gola e con dei lacrimoni enormi che mi rotolavano giù dagli occhi. Non posso farcela. Dire addio a una serie tv è sempre difficile, specialmente se la si è amata visceralmente; ma questa volta credo che l’addio sarà ancora più duro da digerire. Vi prego. Fondiamo un gruppo di sostegno psicologico post chiusura di Glee per sopportare il peso di questto GOODBYE perché sento che ne uscirò devastata. Facciamo qualcosa miei cari Gleeks, perché io mi sono data già al riascolto di tutte le cover che i ragazzi hanno fatto dei Journey e questo non va affatto bene per la mia salute mentale. In questo momento mi sento tanto Emma Pillsbury con mascara colato sulle guance che si abbraccia al volante della sua auto cantando All by Myself.

A ridurmi in questo stato pietoso ci ha pensato innanzitutto Jesse St. James e il suo meraviglioso ritorno a sorpresa, col il quale è tornata prepotente anche la mia spaventosa cotta.

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Lo attendevo come la Julie Plec attende gli after party degli eventi social a cui viene invitata per ingozzarsi di cibo. Rivederlo è stata una grandissima gioia per gli occhi e per le orecchie. Ho sempre amato il suo personaggio, uno di quelli mai del tutto definiti, mai tutto bianco o tutto nero, ma con 50 sfumature di grigio nel mezzo, uno di quei personaggi che hanno senso e ci devono essere perché è giusto che sia così. Sono troppo felice del suo ritorno, agognato e desiderato con tutte le mie forze.

Ciò che mi fa storcere il naso è la fine della romance – o comunque di quella relazione abbozzata – con il povero Sam. Nonostante le mie titubanze iniziali, nelle mie ultime recensioni avevo espresso parere più che positivo nei confronti di questa neonata romance perché gli autori stavano facendo un buon lavoro, giocandosi bene questo rapporto piuttosto delicato. Insomma, persino Burt e Carole hanno dato il loro consenso e la loro benedizione! Se loro approvano, chi sono io per non salire a bordo della ship?
Con questo graditissimo ritorno però, mi sono sentita presa in giro, perché gli autori la carta Samchel se l’hanno giocata bene, tanto da riuscire a farmi interessare e poi piacere una ship che poi non è nemmeno riuscita a prendere il largo che ha subito urtato uno scoglio. SAMCHEL MORE LIKE COSTA CONCORDIA.
Nonostante sia molto DILUSA da tutta questa faccenda – perché come sempre la cosa è avvenuta di tutta fretta! – sono contenta che alla fine la nostra Rachel avrà il suo happy ending con Jesse, con un personaggio che, bene o male, abbiamo apprezzato e amato, e non con un emerito sconosciuto raccattato per strada. Sono consapevole del fatto che Jesse non è Finn e mai lo sarà, perché sappiamo tutti che Finn e Rachel sono il vero end game; ma dal momento che l’end game non può essere con Finn, approvo a pieni voti la scelta di Jesse, un ragazzo che ha avuto una grande importanza nella vita della nostra Berry. Che la si ami o la si odi, su una cosa possiamo essere tutti concordi all’unanimità: Rachel merita un lieto fine.
Certo, si poteva riportare in scena prima Jesse e rendere più corposa o per lo meno verosimile la loro reunion, ma per una volta la colpa non è da imputare ai RIB, quanto piuttosto ai mille miglia impegni di Jonathan Groff. #proudofyou

Sono contenta anche che Rachel abbia deciso di rifiutare il ruolo per lo spettacolo di Broadway in favore di un ritorno alla NYADA. Le ho dato addosso per il suo atteggiamento nello scorso episodio additandola come una persona che non è in grado di imparare dai propri errori. Sono felicissima di dovermi rimangiare tutte le accuse che le ho mosso contro perché è tornata in sé prendendo la giusta decisione; ha dimostrato di aver capito la lezione e di aver scelto ponderando bene pro e contro di ogni opzione. Sono fiera di lei, anche se questa maturazione è arrivata alla fine. Però, come si dice, meglio tardi che mai!

1bEpic win per Sue Sylvester! In questa stagione, il mio amore per questo personaggio ha di gran lunga superato tutta la devozione che nutro per i miei adorati Klaine. Ancora una volta ci ha mostrato il grandissimo cuore che nasconde sotto quella tuta di ciniglia, ancora una volta l’ha spuntata contro Will e nonostante la (pianificata) sconfitta dei Vocal Adrenaline ha dato un sonorissimo schiaffo morale a Will Shuester. Regina indiscussa e incontrastata del sabotaggio, ha concluso il bellezza e stile il capitolo finale della sua eterna battaglia contro Will: le glitter bomb, l’inquinamento dell’impianto idrico e l’incendio all’auto di Mr Shue sono senza dubbio dei grandissimi colpi di genio.
È la mia eroina e uno dei personaggi meglio riusciti dell’intera serie. So già che mi mancherà un casino e sto già piangendo al solo pensiero che non la vedrò più bulleggiare gli studenti per i corridoi, inventare balle megagalattiche, gridare vendetta contro Will e imprecare al megafono.

E a proposito di personaggi che mi mancheranno, tra questi ci saranno di sicuro tutti i newbies. Perché gli autori non ce li hanno dati l’anno scorso invece di farci morire di noia con episodi inutili e soporiferi? Io voglio sapere di più di loro. Voglio sapere se Mason ha portato Jane da Breadstick per il loro primo appuntamento, voglio sapere se Madison ha trovato qualcuno, se le cose tra Spencer e il tipo con i capelli swishosissimi procedono a gonfie vele, voglio più assoli per Roderick perché ha una voce meravigliosa.
Piangerò la prossima settimana, molto di più per quanto ho fatto con il finale di questa 6×11, quando i ragazzi hanno riportato al loro posto nella vetrina tutti i trofei, ognuno dei quali ha avuto il suo rispettivo flashbacks.

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Rivedere i momenti clou di Glee ha fatto malissimo. Gli autori hanno pugnalato ulteriormente il nostro povero cuore già duramente provato. Questo non si fa. È molto più che scorretto da parte vostra, perché non fa altro che rendere la separazione ancora più difficile di quello che non è già di per sé.

MENZIONI D’ONORE
– Le performance dei Vocal Adrenaline e delle New Directions. Questa volta non sono davvero riuscita a trovarne una che preferissi più delle altre. Che i primi fossero una garanzia come ballerini era cosa assodata, ma i secondi sono riusciti a emozionarmi come non succedeva dai tempi delle Nationals della terza stagione.

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Nota di merito a Take Me To Church, eseguita da uno straordinario Noah Guthrie, una delle migliori voci maschili di questa ultima stagione.

– Myron che imita Sia nel video di Chandelier.

– Sue che finalmente riesce a realizzare il sogno di una vita: sparare le persone con i suoi  cannoni.

Vi lascio con l’ultimo promo di questa meravigliosa serie (inserite fiumi di lacrime qui) e vi invito a passare dalle nostre pagine amiche Keep calm and love DARREN CRISS., •You’re kιllιng me now. Anιmαl ιnsιde of you•, Keep Calm and ship Klaine;, Chord Overstreet Italia e Fσяєνєя Glєє ~!

 

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